Napoli, 28/10/2011 –
La Campania sempre più capitale dell’ecomafia. La regione si conferma maglia nera a livello nazionale con ben 3849 infrazioni accertate, pari a più del 12% del totale nazionale, con una media di 12 persone al giorno sorprese in fragranza di reato. Ingenti anche i sequestri per un affare di circa 4miliardi di euro solo nel 2010, per un business gestito da circa 80 clan. L’inquietante quadro è stato fotografato dal “Rapporto Ecomafia 2011” di Legambiente, presentato nel Palazzo di Giustizia di Napoli, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli. Un fenomeno ” che è caratterizzato da un mix rifiuti, veleni e cemento con protagonisti trafficanti, camorristi ma anche servizi deviati, imprenditori conniventi, colletti bianchi, politici collusi.In particolare, hanno spiegato i responsabili dell’associazione ambientalista, con 1489 infrazioni accertate, Napoli è la peggiore provincia d’Italia. Mentre tutta la Campania si conferma leader pure nel ciclo dei rifiuti, con 786 reati ovvero 6 reati per 100 kmq. Il casertano rimane dunque saldamente la capitale dei traffico di spazzatura: dal 2002, anno dell’introduzione dell’organizzazione del traffico illecito di rifiuti, in Campania sono state arrestate 302 persone, altre 440 quelle denunciate, con ben 139 aziende coinvolte. Elevatissimo il numero di ditte legate ai clan che lavoravano con il Commissariato: negli ultimi dieci anni 37 aziende vincitrici di appalti sono state colpite da interdittiva antimafia. Ma anche il problema è rappresentato anche dalla cementificazione selvaggia: 6000 case abusive nell’ultimo anno. E il calcestruzzo si conferma una perfetta espediente per riciclare soldi dei clan.
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